Il Tesino nei secoli

Attestazioni riguardo a passaggi e insediamenti di tribù retiche o di popoli provenienti dalla Laguna veneta sono costituite da ritrovamenti negli scavi sul Colle di S. Ippolito a Castello e da altri reperti riconducibili all’età del bronzo. Databili fra il I secolo d.C. sono delle monete romane e le tracce riconoscibili dell’importante Via Claudia Augusta Altinate, essa partendo da Altinum, nella Laguna veneta, saliva in quota attraverso Lamon nel Feltrino e quindi percorreva tutto il Tesino da ovest a est per proseguire lungo la Valsugana, sempre rialzata rispetto al fondovalle, e collegarsi poi nei pressi di Trento con la direttrice Via Claudia Augusta che proseguiva verso nord e quindi attraverso il passo di Resia raggiungeva il Danubio.

La valle fu raggiunta nei primissimi secoli dagli apostoli della fede cristiana e varie ipotesi accreditano Ermete (poi S. Ermete) come colui che intorno al 125 d.C. (II° sec. D. C.) costituì il primo luogo di culto a Pieve, in contemporanea con la fondazione di quella che adesso è la chiesa di S. Donato nei pressi di Lamon.  Proprio in virtù del fatto di aver costituito il primo luogo di aggregazione dei fedeli del territorio tesino, Pieve divenne il centro con il più illustre e documentato passato, costituendo per tutta la conca sede di riferimento per Istituzioni religiose, “LA PIEVE,” e civiche.

Dislocata in regione geograficamente periferica, la Conca fu sottoposta nel Medioevo alla giurisdizione di diversi Signori e Signorotti. Dal 1000 al 1200 sono attestati i cosiddetti “Signori di Tesino”; citata in documenti, la partecipazione alla Prima Crociata al seguito del manipolo organizzato dal Vescovo di Feltre, avendo alla guida Angiolo Goffredo, Signore di Tesino e Giovanni di Vidone, feltrino.
Si avvicendarono poi in Tesino, Signori di Grigno e Vescovi- Conte di Feltre.
Al  1208 risale il documento di stipula d’accordo fra le tre “ville “ di Pieve, Castello e Cinte circa la gestione in comune di affari generali e spese per bisogni ecclesiastici e caritativi; tale iniziativa farebbe pensare all’istituzione di una “repubblica autonoma” in nuce. Tali gemi di spirito d’indipendenza nell’autonomia amministrativa e nella gestione di beni comuni si possono riconoscere anche nell’istituzione a Pieve della “VICINIA”. Essa consisteva nell’associazione tra le diverse famiglie (“focolari”)che si univano per meglio difendere i loro diritti o per far fronte secondo criteri che oggi definiremmo di tipo cooperativo a spese o necessità urgenti per la comunità.

Fra il 1200 ed il 1400 si avvicendano in Tesino come dominatori vari Signori delle aree geografiche limitrofe: gli Scaligeri di Verona, i Da Carrara di Padova, i Visconti di Milano, i Signori di Ivano, la Repubblica Veneta. Nell’intricata ed inarrestabile catena di scontri, alleanze, ed avvicendamenti fra Signorie si ascrive anche l’episodio di ribellione e “presunta” cattura da parte dei Tesini, avvenuta verso il 1365, del tiranno Biagio, Signore di Grigno. L’elemento di realtà che fa da sottofondo alla rievocazione leggendaria definita “EL BIASGIO” consiste sicuramente nelle angherie e la tirannide esercitata dal Biagio, Signore di Grigno, prima alleato e poi rivale dei Carraresi; ma la storica sconfitta di Biagio avvenne ad opera dei Carraresi nel 1365.
Nel corso del XV secolo si fa quasi esclusiva la supremazia in Tesino del Vescovo-conte di Feltre, che viene però esautorato, in buona parte, alla fine del secolo dal potere dei Conti di Tirolo.

Dal 1500 al 1800 la nostra valle segue le sorti delle altre vallate trentine considerate appannaggio ora di un feudatario, ora di un altro, palleggiate dentro intricati sistemi di alleanze, scontri, guerre che avevano come protagonisti Signori, feudatari, Imperatori d’Austria.
Durante le guerre napoleoniche assistette al succedersi dei Francesi, Austriaci e Bavaresi. Documenti attestano che nel corso delle innumerevoli vicende belliche ed alterne fortune dell’uno e dell’altro continente, i Tesini riuscirono a conquistarsi possedimenti, privilegi ed esenzioni, fra cui possiamo ricordare: permessi di caccia e pesca, di pascolo e di passaggio, possibilità di svernare con le greggi nel Bassanese, esenzioni da dazi, permessi di commercio, acquisizione dei  Monti , Pascoli e boschi di Agaro, Sternozzena, Calmandro, Val Regana, Cupolà, Coldosè, Val Cia.

Nel corso del XVI e XVII secolo, va sottolineato come i Tesini cercarono con le loro iniziative di “autogoverno” di dare impulso all’economia della valle e di ripristinare accordi e pace con tutte le popolazioni dei dintorni e con quelle del vicino Veneto. A  quest’epoca risale il documento che attesta l’ingente numero di pecore censite nella valle : circa 90 mila e la pregiatezza della lana da esse fornita; coevo il documento che stabilisce da parte dei Conti del Tirolo la “licenza” per la Famiglia Gallo di Castello di produrre e commerciare “pietre da archibugio”. Da qui partivano i venditori delle pietre da fucile diretti in Germania, Polonia, Ungheria, Italia. Questo commercio segnò i prodromi di un altro che assunse connotati ben più ingenti e significativi: quello della vendita di stampe che costituirà un asse importante dell’economia della valle ed in particolare per Pieve, per oltre 3 secoli, dal XVII  agli inizi del XX secolo. All’epopea dei venditori di stampe e degli ambulanti tesini è dedicato a Pieve il MUSEO “PER VIA”  . Le rimesse provenienti da quei venditori di stampe che avevano fatto fortuna nelle più grandi capitali europee e russe, unitamente all’arricchimento di carattere culturale che accompagnava il ritorno in patria dei “Perteganti” diede impulso a intraprese economiche nel campo del turismo. A Pieve, nel 1881 si creò  un consorzio per “L’abbellimento del Colle di S. Sebastiano e per il Concorso dei forestieri”. Tale Associazione venne riconosciuta come la PRIMA PRO LOCO D’ITALIA  .
Coeva col fiorire di sviluppo turistico del Tesino, è la nascita a Pieve di colui che sarà un grande Statista a cui il Trentino e l’Italia devono moltissimo : Alcide De Gasperi. Nacque a Pieve il 3 aprile 1881; a lui e alla sua opera politica è dedicato a Pieve il Museo-Casa DE Gasperi.

Nel 1814 tutto il Trentino, per decreto viene annesso all’Austria che vedrà poi smembrarsi il suo impero con la prima guerra mondiale, un secolo dopo.

Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale e l’Austria manda al Fronte orientale i suoi soldati trentini, fra cui i nostri giovani Tesini che combatterono, perirono e furono fatti prigionieri sui campi di Galizia e Serbia. Le vicende belliche che evolvono vedono il coinvolgimento della popolazione intera e dei paesi. Nel 1915 truppe italiane occupano il Tesino e qualche mese dopo le popolazioni vengono evacuate, la maggior parte in varie zone d’Italia, parte in campi di concentramento in Austria. Sia il capitolo dei soldati trentini e tesini arruolati nell’esercito asburgico, sia quello dei “profughi” rivestono un enorme interesse e stanno trovando l’attenzione di storici, ricercatori, scrittori che sempre più numerosi si dedicano alla conoscenza di questi avvenimenti, anche in concomitanza e dietro stimolazione delle celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiale. I paesi evacuati rimasero preda delle occupazioni militari e Castello soffrì pesantemente per i bombardamenti austriaci dalla Panarotta, diretti alle postazioni italiane su Cima d’Asta e le altre cime del Lagorai orientale.
Da questo conflitto il Tesino riportò lutti, patimenti, cicatrici, tracce indelebili. I profughi che riuscirono a tornare si diedero alla ricostruzione di quanto era andato distrutto, mentre sui monti del Gruppo Cima D’Asta, Rava, Tolvà, Lagorai orientale rimangono testimonianze visibili ancora oggi: sentieri militari, postazioni, forti…(altaviadelgranito.com   e www.lagoraipanorama.altervista.org  )

Anche gli eventi della SECONDA GUERRA MONDIALE hanno percorso le nostre contrade. Nel periodo 1943-45, con l’Italia del Nord occupata da fascisti e nazisti, le popolazioni vissero col terrore di esecuzioni e rappresaglie. Sulle montagne del Tesino erano attive formazioni partigiane, aggregate al Battaglione Gherlenda; in seguito alle azioni di guerriglia partigiane, la repressione nazista giustiziò due giovani di Castello: Ancilla Marighetto e Clorinda Menguzzato, “Ora” e “Veglia” per la Brigata partigiana. Alle due Martiri per la Resistenza venne conferita la Medaglia d’oro. Altre vittime civili dei rastrellamenti perirono nei campi di sterminio , a Mauthausen, in particolare.

Nel secondo dopoguerra la vita dei nostri paesi risente della graduale riconquista di benessere e relativo incremento demografico; molti Tesini portano avanti la tradizione del commercio ambulante, frequentando con il loro “banchi” i mercati settimanali del Trentino e dell’Alto Adige. Si installano in zone alcune piccole imprese industriali e l’economia della valle perde quasi completamente la sua impronta rurale, con l’abbandono dei piccoli allevamenti e coltivazioni che avevano connotato fino ad allora la nostra economia.

Viene comunque conservato l’attaccamento e la cura per il territorio che vede ancora oggi boschi coltivati in modo esemplare e aree montane incontaminate.

Bibliografia
O. Ferrari – Guida turistica della valle di tesino (1930)
Le tre Venezie – il Tesino  
Eco museo del viaggio –mappa di comunità del tesino terra di viaggiatori
G. Patti Masi – il tesino guida turistica- pro loco castello tesino 
E. Fietta – les hommes des images
G. Ielen, A. Bettega – la montagna racconta – listen to the voice of village
G. menato –  eravamo dei ragazzi