AMBULANTATO: Uomini delle Immagini
Come tutte le vallate alpine anche il Tesino, in passato, poteva sopravvivere sfruttando ciò che una natura assai avara aveva concesso: boschi, pascoli e una ridotta superficie di terreno coltivabile.
Era giocoforza, trovare altre vie. L’esperienza della pastorizia tornò utile al lavoro girovago: i Tesini, dapprima intrapresero la vendita delle pietre focaie, poi conobbero i Remondini, stampatori in Bassano. La strategia commerciale di questi imprenditori e i loro prodotti popolari (libri a risma e immagini sacre e profane) allargarono l’orizzonte dei Tesini,
Con la cassela in spalla iniziò l’avventura degli uomini delle immagini che diffusero per secoli, in ogni casa, piazza e fiera di Europa e, spesso, addirittura di altri continenti immagini e piccoli prodotti dal grande valore aggiunto.
I Tesini divennero abilissimi commercianti, tanto da riuscire, molto spesso, a divenire pure essi editori o a trasformarsi in proprietari di negozi in una sessantina di città in Europa e nel mondo.
AMBULANTATO: i Moleta
Accanto agli uomini delle immagini grande importanza assunsero gli arrotini ambulanti originari di Cinte Tesino, i cosiddetti Moleta (termine dialettale che deriva da “mola “e “molare” cioè affilare), i quali, partendo dal paese natìo, dapprima spingendo un rudimentale carretto spesso costruito con le proprie mani, poi sulla più conosciuta bicicletta e, infine, con le più moderne mole a motore montate su automobili, attraversarono l’Europa in lungo e in largo dalla prima metà dell’Ottocento sino alla fine del secolo scorso.
La necessità di guadagnare denaro per mantenere la propria famiglia, data la povertà di mezzi di sostentamento in valle, li aveva quindi portati dall’Austria a Napoli, da Firenze a Trieste, in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
L’attività degli arrotini di Cinte non si limitava comunque alla sola affilatura delle lame, forbici e coltelli, ma i Moleta spesso si dedicavano anche alla riparazione e decorazione di ombrelli oltre alla vendita delle merci più varie nelle piazze dove decidevano di stabilirsi con il loro pesante mezzo di lavoro.
Il mestiere era molto faticoso, gli spostamenti erano spesso lenti a causa dell’ingombro delle mole ed avvenivano solitamente da un paese all’altro. Arrivato in piazza, infatti, il Moleta richiamava a gran voce i potenziali clienti entusiasmandoli attraverso la propria arte.
Spesso, per risparmiare, trascorreva la notte in un fienile e solamente i più fortunati trovavano riparo all’interno di qualche abitazione, ospitati da persone generose. Grazie allo spirito di iniziativa, all’intraprendenza ed intelligenza tutta tesina, alcuni Moléta cintesi riuscirono ad abbandonare l’attività girovaga aprendo laboratori e negozi di coltelleria soprattutto in Toscana.