Il paese di Pieve Tesino si disloca sotto il colle di San Sebastiano e rivela un aspetto della propria storia che per molti è inedito: è anche una terra di poeti e non solo terra di venditori di stampe. Nel 2014 è partita una iniziativa della Pro Loco di Pieve, in collaborazione con l’Ecomuseo del Tesino, con l’obiettivo di far conoscere ai Pievesi e ai turisti anche questo aspetto della storia del paese. Tutti sanno ormai che la nostra terra è stata la culla di Alcide De Gasperi e di tanti venditori di stampe, ma pochi conoscono i nostri poeti che hanno scritto anche poesie in dialetto. Il progetto è stato chiamato: “Targhe dei poeti”. Così i fratelli Maria e Giuseppe Brunello, Gilberto Buffa, Tullia Rio e Mario Avanzo sono ricordati da una targa esposta sul muro dalla casa in cui hanno abitato. I nostri autori vissero per lo più nel 900; alcuni di loro ebbero le loro opere pubblicate in Raccolte; Maria Brunello vinse nel 1962 il secondo premio ad un concorso nazionale. La targa che compare sulle mura della casa di questi poeti riporta la biografia, sia in italiano che in inglese, la foto e alcuni versi di una delle loro poesie.
MARIA BRUNELLO Pieve Tesino 11 gennaio1896 – 16 settembre 1967
Nasce da una famiglia contadina, prima di quattro fratelli, rimane, in giovane età, orfana di padre morto in guerra. La sua sarà una vita povera fatta di stenti, anche quando diventerà bibliotecaria ed impiegata presso il centralino telefonico del Comune di Pieve Tesino, dove trascorre la sua vita insieme al fratello Bepi. Maria dalla figura dimessa e schiva, è una poetessa dall’animo delicato e gentile. Riesce a trasformare in poesia gli elementi più semplici e naturali del mondo che la circonda: il paese, la montagna, gli animali, il trascorrere del tempo e delle stagioni, sempre presenti anche i riferimenti al periodo più bello della vita: la fanciullezza seppur da lei vissuta in grandi ristrettezze economiche. E’ spesso un’anima tormentata da riflessioni sulla vita, del perché del vivere umano e dello scopo della vita stessa e da domande a cui non si possono dare risposte. Non riesce a stabilire forti contatti con le persone, preferisce le sue caprette a cui spesso si rivolge per confidare ed affidare loro piccoli o grandi segreti. Vince nel 1962 il secondo premio al concorso nazionale “Il lupo di Gubbio”. Le sue poesie sono raccolte nel libro “Polla di acqua sorgiva”.
BEBI BRUNELLO Pieve Tesino 1897 – 1969
“Bepi” Brunello fu uomo d’animo semplice e gentile, artista naif eclettico, istintivo e genuino! L’ispirazione della sua produzione poetica di cui, in verità, non ci è rimasto molto, è data da situazioni contingenti, da aneddoti, da scherzi fatti tra amici, da ritratti scherzosi di figure paesane, dall’osservazione della natura che lo circonda! La sua è una poesia sempre scritta in dialetto e da cui traspare spesso un forte senso dell’ironia, ma sempre bonario, mai caustico e beffardo. Sono, i suoi, versi dignitosi e misurati, filtrati dal vaglio di un gusto nativo, senza la mediazione di una cultura troppo spesso schematica e scolastica.! E’, la sua una poesia che nasce spesso dal confronto, dal certame con gli amici, secondo una moda assai diffusa al tempo.! Non è la poesia di un “grande”, ma è certamente una poesia che sa, alla fine, esprimere una luce interiore che dura nel tempo e che nessuna bufera potrà mai spegnere.
GILBERTO BUFFA Pieve Tesino 26 settembre 1903 – 9 novembre 1978
Nasce a Pieve sotto l’Imperial Regio Governo Austriaco, frequenta le scuole elementari a Pieve e, profugo a Milano durante la Prima Guerra Mondiale faceva il garzone di farmacia e suppliva spesso il maestro a scuola. Capoturno alla Montecatini di Merano negli anni ‘20 emigra poi in Francia nel 1933 (..tra stranieri el pan l’è duro, te se sempre on forestiero..). Durante la Seconda Guerra Mondiale è militarizzato alla Montecatini di Bolzano. Rientrato a Pieve nel 1945 svolge varie attività e, come capocantiere, sovraintende negli anni 1951-1954 alla nuova costruzione delle Malghe Valsorda Prima, Valsorda Seconda e Vazijon ed è in questi anni che scrive la maggior parte delle sue poesie, contenute nel libretto “VITA FRA I MONTI” pubblicato con la collaborazione di Tullio Buffa. Seguono gli anni come gestore del Rifugio Cima D’Asta (Poesie: “Rifugio Cima D’Asta” e “Dal Zimon co leva el sole”). Divenuto capo caccia e capo pesca dedica alcune poesie ai cacciatori e ai … bracconieri. Ritiratosi in pensione, si spegne a Trento. Le sue poesie sono raccolte in “Vita fra i monti” e “Muscio e Scorsai” viene ora cantata in coro come inno di PIEVE e del TESINO.
TULLIA RIO Pieve Tesino 9 giugno 1872 – 27 marzo 1967
Tullia Rio Conzalana sposata con Amedeo Avanzo, ebbe due figli: Azzelina e Mario. Ha dedicato la sua lunga esistenza alla famiglia e al lavoro di contadina con una parentesi antecedente gli anni della grande guerra dove, come commessa, ha lavorato nell’allora cooperativa locale. Conobbe la fame, la miseria e la paura delle due guerre; con la famiglia, durante il secondo evento bellico fu costretta a sfollare in provincia di Cremona, a Vescovato. Laboriosa, onesta e decisa, ottimista per sua natura, nelle situazioni sempre escludeva ciò che in vario modo poteva dividere, cogliendone sempre i lati positivi, soprattutto nelle persone. Donna di grande fede cristiana e attenta lettrice, si era formata negli anni una buona cultura letteraria. Rivendicò sempre con forza la sua identità austriaca e nel paese natale fu l’ultima a vestire quotidianamente e con grande orgoglio il nostro costume Tesino. Le sue poesie sono raccolte in “Nostalgie della montanara”.
MARIO AVANZO Pieve Tesino 1 settembre 1914 – 28 settembre1992
Mario Avanzo nacque a Pieve Tesino da Amedeo, contadino e da Tullia Rio, casalinga e poetessa. Cultore delle tradizioni locali, per il suo attaccamento – come altri – alla “Vicinia” (una Regola antica per un patrimonio silvo-pastorale di un gruppo di famiglie di Pieve soppressa con la Legge 1766/1927 sulla liquidazione degli Usi Civici ) fu incarcerato a Trento e successivamente inviato al confino a S.Chirico Raparo (PZ) ritornando, prosciolto, dopo un anno. Fu contadino, casaro e soprattutto cacciatore, ma anche narratore e poeta. Acuto osservatore della natura è stata una figura caratteristica pievese, benvoluto e rispettato da tutti sia per la sua saggezza ed umanità unite ad un pizzico di bonaria ironia. Le sue poesie sono raccolte in “ Co son lontan da Valsorda mia”.