Clorinda Menguzzato “Veglia”

Attività

Infermiera e staffetta partigiana

Data di nascita

15 Ottobre 1924

Data di morte

10 ottobre1944

Luogo di nascita

Castello Tesino

La vita

Clorinda Menguzzato “Veglia” nacque a Castello Tesino il 15 Ottobre del 1924 e morì sempre a Castello il 10 ottobre del 1944.
Fu una partigiana, Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria.

Infermiera e staffetta partigiana, con il nome di battaglia di Garibaldina prima e Veglia poi, nel battaglione Gherlenda della divisione bellunese Gramsci operante nel Trentino, partecipò alla conquista della caserma del Corpo di sicurezza trentino (CST, costituito dall’Alpenvorland arruolando 3200 giovani della provincia) di Castello Tesino, che portò alla cattura di 55 militari ed alcuni ufficiali tedeschi.

Fu catturata l’8 ottobre 1944 da una pattuglia del Corpo di sicurezza trentino, mentre si stava dirigendo insieme con il vicecomandante partigiano Nazzari verso la località Zuna, dove i Menguzzato avevano una casa di campagna, per nascondersi in vista di un annunciato rastrellamento. Il giorno seguente Castello Tesino si trovò in stato d’assedio, circondato da circa cinquecento fra soldati e poliziotti del Cst. Una volta in mano ai nazisti, Veglia fu violentata, fatta azzannare da cani feroci e torturata dal capitano Ss Karl Julius Hegenbart e dai suoi assistenti perché rivelasse le basi della Resistenza. Venne fucilata perché si rifiutò di tradire i suoi compagni.

Medaglia d’Oro al Valor militare:

«Valorosa donna trentina, fu audace staffetta, preziosa informatrice, eroica combattente, infermiera amorosa. Catturata dai tedeschi oppressori, sottoposta ad atroci sevizie, violentata dalla soldataglia, lacerate le carni da cani inferociti, con sublime fierezza opponeva il silenzio alle torture più strazianti, e nell’ultimo anelito gridava agli aguzzini: « Quando non potrò più sopportare le vostre torture mi mozzerò la lingua con i denti per non parlare ». La brutalità teutone poté violarne il corpo, ma non piegarne l’anima ardente e l’invitto coraggio. La leonessa dei partigiani rimane fulgido esempio delle più nobili tradizioni di eroismo e di fede delle donne italiane.»
— Castel Tesino, 10 ottobre 1944.