Ancora oggi, a sei secoli di distanza, il paese di Castello e gli abitanti del Tesino rivivono i fatti del 1365 attraverso il carnevale storico ispirato alle vicende del Conte Biagio delle Castellare, che si tiene tradizionalmente solo una volta ogni cinque anni. Tale rievocazione carnevalesca dalla tradizione secolare è ispirata ad un evento storico realmente accaduto: la sconfitta e la cattura del crudele Signore locale, il Conte Biagio delle Castellare, avvenuta per mano delle truppe di Francesco da Carrara.
La storia ci racconta che … inviato nella vicina Valsugana da Francesco da Carrara allo scopo di difenderla dalle incursioni degli alleati di Carlo IV di Lussemburgo, Biagio abbandonò i suoi buoni propositi già dopo la sconfitta militare inflittagli da Siccone da Caldonazzo nel 1356. Deluso per l’insuccesso e adirato con la popolazione locale per il mancato invio di uomini, cavalli e vettovaglie a sostegno dello scontro, il conte si ritirò per i successivi 9 anni nei Castelli d’Ivano e Grigno (quest’ultimo detto anche “delle Castellare”), tormentando la Valsugana, ed il Tesino in particolare, con ogni sorta di angherie. Un regno di terrore che durò sino al 1365 quando il despota scelse di voltare le spalle al proprio protettore, Francesco da Carrara, per allearsi con il nemico, Rodolfo IV d’Asburgo. Le truppe carraresi mossero così alla volta della Valsugana con il proposito di punire il tradimento e destituire lo scellerato tiranno.
La tradizione vuole che … una volta saputo dell’assedio in corso al maniero “delle Castellare”, i Tesini, armati di forche e bastoni, fossero giunti sino a Grigno in appoggio all’esercito Carrarese. Ciò che è certo è che la fortezza venne rapidamente conquistata, ma del conte al suo interno nessuna traccia. Era fuggito nel vicino castello di Antonio d’Ivano! Dopo alcuni giorni di dura battaglia anche le ultime difese qui schierate capitolarono ed il Conte Biagio, Antonio d’Ivano e le loro famiglie vennero fatti prigionieri. Nonostante le insistenti richieste dei Tesini, che fremevano dalla voglia di poterlo giustiziare, Francesco da Carrara ritenne politicamente più vantaggioso tenere Biagio come ostaggio piuttosto che lasciarlo alla mercé della popolazione. Gli abitanti del Tesino furono così costretti ad impiccarne l’effigie stabilendo di celebrare periodicamente un simbolico processo per ricordare le crudeltà perpetrate dal loro Signore. Una tradizione carnevalesca che si perde nel tempo e che fa da sempre il paio con la pittoresca impiccagione del fantoccio raffigurante l’odiato Conte Biagio sulla pubblica piazza.
“Il Biagio delle Castellare esprime con chiarezza esemplare alcuni dei valori originari più significativi del carnevale europeo”
Queste le parole con cui Giovanni Kezich, ex direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele All’Adige, ha scelto per descrivere questa secolare tradizione, vera e propria rappresentazione popolare (niente attori, ma solo paesani!) che costituisce uno dei più antichi e tipici carnevali del panorama storico italiano: solo in pochissime località dell’arco alpino, infatti, si è riusciti a tramandare, senza soluzione di continuità, una tradizione che è resistita nei secoli anche ai più severi divieti e tentativi di soppressione d’ordine religioso. Tradizionalmente celebrato il Mercoledì delle Ceneri grazie ad una speciale dispensa della Chiesa, il “Biagio delle Castellare” si presenta come una rievocazione carnevalesca unica nel suo genere che ha consentito alla gente del Tesino di posticipare, per secoli, l’inizio dei rigori quaresimali.